Hot Pot Quattro Stagioni
Oggi vi porto in Cina, con l’Hot Pot Quattro Stagioni in via Padova. Se volete viaggiare con la mente e il palato, proprio come avete fatto con i pepparkakor, continuate a leggere!
Che cos’è l’hot pot
L’hot pot è anche
chiamato fondue cinese e consiste nel posizionare al centro della tavola una
pentola con del brodo bollente mantenuta calda da un fornellino sempre acceso.
Vengono poi portati dei cibi crudi che il commensale cuoce direttamente nel
brodo da sé.
In Cina è molto consumato
soprattutto nel periodo del capodanno cinese, ma si è diffuso anche in Europa
dove lo si può trovare tutto l’anno.
Le origini dell’hot pot
Le origini dell’hotpot
sono molto antiche. Era conosciuto anche dai mongoli, che utilizzavano gli elmi
in metallo riempiti di brodo bollente in cui facevano cuocere carne di montone,
manzo o cavallo.
Con la dinastia
Quing(1644-1911) l’hotpot è diventato un piatto imperiale. Si narra che l’imperatore
Qianlong lo amava talmente tanto da farselo preparare fino a 200 volte l’anno.
Oggi è una tecnica
culinaria popolare in tutto il mondo.
Le varianti
Esistono
moltissime varianti regionali dell’hotpot cinese. Ognuna di queste ha
caratteristici brodi ed ingredienti, che potete trovare descritti qui.
Ma l’hotpot si è
diffuso talmente tanto anche in Vietnam
da aver assunto caratteristiche precise ed essere diventato un piatto della
tradizione.
Come funziona l’Hot Pot Quattro Stagioni
Mangiare in un
hotpot è un’esperienza. Un’esperienza di convivialità e gusto. Ed è proprio
così anche da Hot Pot Quattro Stagioni.
Per prima cosa
bisogna scegliere la quantità e il tipo di brodo. È possibile scegliere tra
numerosi gusti, io ho optato per funghi e piccante.
Dopodiché si
procede con la scelta dei prodotti. È possibile selezionarli direttamente dal
tablet che sarà presente su ciascun tavolo.
Al momento
dell’arrivo dei prodotti, vi sarà poi riferito il tempo di cottura di ciascun
cibo, che potrete cuocere autonomamente quando più preferite semplicemente
immergendoli nel brodo bollente, in modo da gestirsi a proprio gradimento le tempistiche
della cena.
È possibile
creare e comporre delle salse, attingendo gratuitamente e illimitatamente dal
bancone ad esse dedicato.
Tra queste
troviamo la classica salsa di soia ma anche olio piccante, burro di arachidi,
tahina e, per i più temerari, salsa alle ostriche o di pesce. È possibile
inserire anche granella di mandorle, peperoncino e altri toppings per rendere
l’esperienza ancora più personalizzata.
Menu
Il menu è molto
vario e comprende verdure, carne, pesce, tofu, polpette, pasta, riso. Le
esigenze di tutti possono quindi essere soddisfatte.
Il fatto di
ordinare dal tablet permette di vedere le foto e le descrizioni dei prodotti,
che a primo acchito possono non essere conosciuti o riconosciuti.
Molti prodotti
sono surgelati, ma per superano comunque il test qualità-prezzo. Per alcune
categorie, questo metodo di conservazione permette di mantenerne la freschezza
e inoltre si presta molto alla cottura in acqua bollente.
Altri, invece, soprattutto
le salse, non sembrano molto invitanti. La consistenza è molto solida e le
salse nei barattoli sembrano essere lí da tempo. Il costo relativamente basso è
da prendere in considerazione in questo giudizio, ma non può giustificare
tutto.
Staff
Il personale è molto
cordiale e vi accoglierà con il sorriso fin da quando entrerete nel locale.
Bisogna solo tenere
in considerazione nel giudizio qualche piccolo problema di comunicazione, che
però vi farà sentire ancora più in Cina.
Prezzo
Il prezzo è
giusto e coerente con l’offerta. In una lista di ristoranti low cost non posizionerei
il locale in cima ma nemmeno in fondo. Considerando che si tratta di alimenti
costosi come carne e pesce e paragonando il conto con altri ristoranti cinesi
alla carta lo definirei onesto.
La possibilità di
un all you can eat sarebbe, come si dice, la ciliegina sulla torta.
Location
Definirei la
location come “carina”. Descriverla come “un angolo di paradiso della Cina” è
eccessivo però, effettivamente, entrando nell’hotpot Quattro Stagioni sembra di
accedere ad una dimensione a parte.
I grandi infissi
in metallo non sono molto invitanti, al contrario delle enormi vetrate che
permettono uno sguardo dall’esterno all’interno e viceversa. L’insegna che
diventa luminosa di sera è molto evidente e le lanterne appese e le due sedie
esterne rendono il locale ben riconoscibile.
L’interno, in cui è inserita una grande vastità di legno, si distingue molto dal panorama milanese esterno. Tutto il mobilio è caratteristico e permette questa sensazione di piacevole isolamento dalla realtà al di fuori delle mura. Tutto ciò è aiutato dai vari separè, sempre in legno, che dividono un tavolo da un altro.
Nel complesso,
tuttavia, un’esperienza che si può piacevolmente replicare.
E voi ci andreste? E che abbinamenti scegliereste? Scrivetelo nei commenti!
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